Alimentazione e vulvodinia

Alimentazione e vulvodinia

Alimentazione e vulvodinia

Alimentazione e vulvodinia: un approccio multidisciplinare

La vulvodinia è una condizione patologica recentemente balzata agli onori di cronaca ma da tempo oggetto di studio in ambito psico-ginecologico.
L’approccio a tale disturbo deve essere necessariamente integrato e deve tener conto della paziente a 360 gradi, prendendo in esame anche l’alimentazione.

Non esistono, per quanto alcuni spot ne citino (magari fosse così!) alimenti miracolosi o diete che guariscano le pazienti affette da vulvodinia.

Quello che è certo è che con una cura della nutrizione possiamo andare a migliorare sensibilmente la qualità della vita e anche ridurre il rischio e il carico di alcune patologie che spesso si associano a questa patologia tanto complessa, come cistiti e malattie infiammatorie intestinali.

Molto dibattuto è il ruolo degli ossalati, molecole contenute in alimenti come noci , spinaci e fragole, che sembrerebbero acuire la sintomatologia delle pazienti colpite, ma ad oggi non c’è nella comunità scientifica alla luce dei più recenti trial accordo sul loro ruolo e attualmente non viene consigliata la loro esclusione nella dieta quotidiana.

Quello che emerge è piuttosto il ruolo protettivo delle sostanze antiossidanti contenute in alimenti di origine vegetale, in primis frutta e verdura, indicate anche come modulatrici della risposta immunitaria, essendoci una verosimile componente disimmune anche nell’eziologia della vulvodinia.

Quindi come comportarci dal punto di vista dell’alimentazione in presenza di vulvodinia?

Via libera alla classica dieta mediterranea, plant based, ricca di alimenti integrali, cereali in chicco in primis, ma anche fibra, frutta, verdura e legumi e olio extravergine di oliva, carne con moderazione così come formaggi e uova.

La dieta modellata sul paziente

Chiaramente ciascuna dieta va modellata su ogni paziente, rispettando le esigenze biologiche, lo stile di vita, promuovendo le sane abitudini e andando a limare quei comportamenti quotidiani che possono ridurre i benefici di una sana alimentazione, plasmando i menu sulla base degli obiettivi di peso, dell’età e dello stato di salute generale.

Iniziamo a considerare il piano alimentare come un abito su misura: a ciascuna, il suo!

( articolo della dott.ssa Valentina Fagotto: nutrizionista presso Ambulatorio dott.ssa Rosanna Palmiotto)

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