LA SINDROME DELL’OVAIO POLICISTICO

LA SINDROME DELL’OVAIO POLICISTICO

La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è il disordine endocrinologico più diffuso tra le donne in età riproduttiva e costituisce una delle cause più comuni di infertilità ovulatoria.

La prevalenza a livello mondiale varia dal 4% al 21%, mentre negli adolescenti varia dal 9,1% al 36%.

La PCOS è una condizione sistemica complessa caratterizzata principalmente da iperandrogenismo, disfunzione ovarica e morfologia policistica delle ovaie e spesso anche da insulino-resistenza, che varia da donna a donna e porta la paziente a confrontarsi con vari specialisti nell’arco della sua vita.

La PCOS rappresenta infatti spesso una sfida per il medico, potendo essere protagonista per accompagnare le donne affette da PCOS, in ogni momento della loro vita: si trova non espressa clinicamente nei neonati geneticamente predisposti, si manifesta clinicamente al momento della pubertà, perdura nell’età fertile potendo determinare una difficoltà nel concepimento e complicando spesso la gravidanza, ed espone infine la donna in peri-menopausa ad un rischio più elevato di sviluppare patologie metaboliche, oncologiche e cardiovascolari.

Negli ultimi anni ha acquisito sempre maggior importanza la visione della PCOS come disordine non esclusivamente ginecologico e riproduttivo bensì sistemico.

Le donne con PCOS sono infatti a maggior rischio di complicanze di tipo metabolico (insulino-resistenza, obesità, dislipidemia, sindrome metabolica, diabete mellito di tipo 2), riproduttivo (irregolarità mestruali, infertilità e complicanze ostetriche quali diabete gestazionale, pre-eclampsia, basso peso alla nascita), psicologico (sindrome ansioso-depressiva, disfunzioni sessuali, disturbi del comportamento alimentare), oncologico (adenocarcinoma dell’endometrio), cardiovascolare e cerebrovascolare.

Dal momento che la PCOS è una condizione cronica con un forte impatto sulla vita della donna e che riguarda più sistemi e apparati, le strategie terapeutiche dovrebbero essere multi-target e richiedere un approccio multidisciplinare con coinvolgimento dello specialista in ginecologia endocrinologica e, laddove indicato, dell’esperto in nutrizione, dello psicologo e del medico internista.

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